L'Italia riconosce la LIS: l'intervista al Presidente ENS Petrucci

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"La Repubblica riconosce, promuove e tutela la Lingua dei Segni Italia". Il 19.05.2021 è entrato di diritto nella storia della comunità sorda italiana; dopo anni di lotta l'Italia rispetta la Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità e riconosce la LIS. Ecco qui di seguito il commento di questo passo fondamentale per la piena inclusione delle persone sorde del Presidente Nazionale ENS Giuseppe Petrucci. In fondo all'intervista, invece, la Rassegna Stampa sul riconoscimento LIS. 

Presidente Petrucci con l’articolo 34 ter "Misure per il riconoscimento della Lingua dei Segni Italiana e l’inclusione delle persone con disabilità uditiva" della legge di conversione del c.d. Decreto Sostegni finalmente l’Italia ha riconosciuto la Lingua dei Segni, cosa cambia per i sordi italiani?

L’Italia dal 2009 anno in cui ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti delle Persone con Disabilità che imponeva, per gli Stati che aderivano il riconoscimento positivo delle Lingue dei Segni Nazionali, ha completato il percorso di adesione a quella Convenzione Internazionale. È un traguardo e un successo non solo per i Sordi ma per tutti gli italiani e per il Sistema Paese che finalmente fa un balzo in avanti nell’inclusione delle persone con disabilità.

Come si è arrivato a questo traguardo?

È stata una battaglia ultradecennale che ha visto un impegno quotidiano dell’Ente Nazionale Sordi su questo fronte, senza mai tralasciare le altre battaglie per l’inclusione; chiaramente su questa ci si è focalizzati con maggiore impegno perché è evidente che era una battaglia determinante per l’inclusione dei sordi.

Diverse associazioni, esponenti politici e molti personaggi che ruotano intorno al mondo della sordità stanno festeggiando e rivendicando il merito di questa vittoria cosa ne pensa?

Penso che come sempre le vittorie abbiano molti padri, ma è un giorno di festa e l’Ente Nazionale Sordi condivide volentieri le gioie con tutti ma i sordi sanno bene che senza l’ENS questo obiettivo non sarebbe mai stato raggiunto. È innegabile, lo dicono i numeri delle iniziative e di chi vi ha partecipato, che degli ultimi dieci anni vi è stata una spinta importante per il riconoscimento della LIS. Quando l’Ente organizzava manifestazioni come l’#obiettivolis che ha visto “occupare” pacificamente parte della piazza antistante Montecitorio per spiegare l’iniziativa ad ogni singolo parlamentare, qualcuno ha avuto da ridire; quando l’ENS organizzava per la Giornata Mondiale del Sordo manifestazioni con oltre diecimila persone coinvolgendo tutti i consigli Regionali ENS e tutte le Sezioni Provinciali ENS, le “altre associazioni” - come le definisce lei - erano comodamente a casa e a criticare sui social quello che noi facevamo. Festeggiamo tutti insieme ma questa è una vittoria per i sordi italiani e per l’associazione che, per legge, li rappresenta: l’Ente Nazionale Sordi.

Oggi festeggiano i sordi ma c’è ancora qualcuno che fa qualche distinguo, affermando che la LIS non è cosa buona.

Come per tutte le altre norme approvate dal Parlamento non vi è quasi mai l’unanimità e questo è un bene per la democrazia, quello che spiace è che spesso è stato dato spazio a delle associazioni che per numeri, rappresentanza e storia non sono neanche lontanamente paragonabili all’ENS che rappresenta e tutela tutti i sordi dà voce a tutte le esigenze di tutti i sordi senza dimenticare nessuno perché come abbiamo più volte sostenuto la sordità è una disabilità complessa che necessita di risposte articolate. Chi fino all’ultimo si è opposto, ottusamente, al riconoscimento della Lingua dei Segni, ieri ha subìto una sconfitta umana prima che politica. Del resto in Europa solo l’Italia non aveva il riconoscimento della Lingua dei Segni, non credo che gli altri Stati Europei l’avrebbero riconosciuta se fosse qualcosa di sbagliato.

Le battaglie per i sordi sono dunque terminate, avete raggiunti i vostri obiettivi?

Ovviamente no quello di ieri è stato un primo, gigantesco ed importantissimo passo ora bisogna però plasmare un sistema attorno a questo riconoscimento porre regole chiare per i corsi LIS per garantire Assistenti alla Comunicazione e Interpreti sempre più preparati e con una formazione uniforme su tutto il territorio nazionale, vanno standardizzati i servizi, bisogna internalizzare gli assistenti alla comunicazione che fanno parte, di fatto, del “sistema scuola” ma non ne sono parte integrante. Quello di ieri è stato un nuovo inizio non la fine.

Presidente lei sta per terminare il suo mandato e lo conclude con un trionfo: con chi vuole condividere questo successo?

Sì sono al termine della mia Presidenza sono stati dieci anni intensi che hanno visto un impegno quotidiano mio personale dei miei collaboratori e di tutti i dirigenti. Desidero ringraziare innanzitutto il Consiglio Direttivo dell’ENS, i componenti dell’Assemblea Nazionale che mi hanno sostenuto con fermezza nell’impostazione politica per raggiungere questo obiettivo, ringrazio i miei più stretti collaboratori che mi hanno sostenuto anche nei momenti più difficili, ringrazio il personale dell’ENS che in particolare per questa battaglia si è speso senza risparmiarsi. Un ringraziamento va ai volontari che si sono impegnati in questi anni soprattutto nelle manifestazioni di piazza mi riferisco agli interpreti che hanno consentito l’accessibilità alla manifestazioni di piazza, e non solo, desidero ringraziare le Istituzioni, il CNR, le associazioni degli interpreti con le quali c’è stato un confronto serrato ma quasi sempre costruttivo, desidero ringraziare le forze politiche che nel corso di questi anni si sono maggiormente spesi sposando questa battaglia che poteva risultare anche scomoda poiché, caso unico al mondo, in Italia è risultata divisiva, ringrazio in particolar modo le forze politiche e quei parlamentari che hanno permesso con l’articolo n. 34 ter della legge di conversione del c.d. Decreto Sostegni della legge approvata ieri di conseguire questo importante successo.

 

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