Oggi, 8 marzo, è la Giornata Internazionale della Donna

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Oggi, 8 marzo, è la Giornata Internazionale della Donna. Da più di 100 anni la Festa delle Donna ricorre ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in ogni parte del mondo. 

In particolare la discriminazione multipla che affrontano ogni giorno le donne con disabilità in tutto il mondo non è ancora un tema visibile e riconosciuto, e a loro deve andare il nostro primo pensiero, con azioni concrete per ridurre le barriere e aumentare la sensibilizzazione.

Questa emergenza sanitaria che stiamo vivendo rende ancora tutto più difficile ed è importante perciò mantenere alta l’attenzione su discriminazioni e violenze che avvengono spesso in forma poco evidente, sul lavoro, a scuola, tra le mura domestiche. Discriminazioni che non fanno clamore e notizia ma che costituiscono una realtà che siamo chiamati a contrastare con ogni mezzo, partendo dall’eduzione, dalla formazione, dalla cultura, da servizi e strumenti concreti di intervento.

Secondo l’EIGE - European Institute for Gender Equality – (https://eige.europa.eu/news/covid-19-derails-gender-equality-gains) la pandemia da Covid19 ha colpito duramente tutte le donne, e ciò impatta ancora di più sulle donne con disabilità.

Durante la prima ondata di pandemia, l'occupazione femminile è diminuita di 2,2 milioni in tutta l'UE. Le donne che lavorano nella vendita al dettaglio, negli alloggi, nell'assistenza residenziale, nel lavoro domestico e nella produzione di abbigliamento hanno subito pesanti perdite di posti di lavoro. Costituiscono la maggior parte della forza lavoro in questi settori e il 40% di tutti i posti di lavoro persi dalle donne durante la crisi erano in queste professioni.

Nonostante l'aumento dell'occupazione durante l'estate, le donne hanno ottenuto solo la metà dei posti di lavoro degli uomini. Ciò dimostra che l'impatto economico della pandemia sta avendo effetti più duraturi per le donne.

La pandemia ha mostrato il potenziale di una forza lavoro digitale, ma il telelavoro ha anche accentuato i conflitti sull'equilibrio tra lavoro e vita privata, soprattutto per le donne con bambini piccoli di età compresa tra 0 e 5 anni.

La pandemia ha anche visto inoltre un aumento delle segnalazioni di violenza domestica contro le donne. I servizi di supporto, come i rifugi e le linee telefoniche di consulenza (accessibili a tutte?), necessitano di maggiori finanziamenti da parte degli Stati per garantire alle vittime l'accesso gratuito e 24 ore su 24 all'assistenza. Anche dichiarare questi servizi come "essenziali" è importante in quanto consente loro di continuare a funzionare, anche durante il blocco. Per essere meglio preparati a una crisi futura, l'azione per combattere la violenza di genere deve far parte di una più ampia strategia a lungo termine.

Questi dati sono allarmanti e devono costituire la base su cui costruire una vera inclusione sociale e annullamento di ogni discriminazione, e questo deve essere uno degli obiettivi primari su cui vogliamo porre attenzione in questo 8 Marzo.

Fonte Foto di Sergio Cerrato da Pixabay