32 lingue dei segni, 145 interpreti: è storia al Parlamento Europeo di Bruxelles

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'Multilinguismo e parità di diritti nell'Unione Europea: il ruolo delle lingue dei segni': questo è il titolo dello storico convegno che si è svolto ieri, 28 settembre, nell'Emiciclo del Parlamento Europeo di Bruxelles e a cui l’ENS ha avuto il privilegio di partecipare con una delegazione composta da tutto il suo Consiglio Direttivo, il Segretario Generale Avv. Costanzo Del Vecchio ed una rappresentanza del Comitato Giovani Sordi Italiani (CGSI).

Per un giorno gli occhi dell’Europa sono stati focalizzati sul mondo dei sordi, sull’identità e sulla cultura sorda, sulle lingue dei segni, sul ruolo degli interpreti, e tutto questo è stato possibile grazie all’Europarlamentare sorda Helga Stevens, promotrice ed organizzatrice del convegno. In particolare si è parlato dello stato del riconoscimento delle varie lingue dei segni in Europa e della necessità di prevedere per gli interpreti delle condizioni di lavoro appropriate, una formazione standardizzata a livello Europeo e il riconoscimento della professione in tutti gli Stati membri. Insomma, è stato un pomeriggio di studio ed approfondimento davvero interessante, ma soprattutto un esempio pratico di quel multilinguismo e multiculturalismo che è, o almeno dovrebbe essere, il vanto dell’Europa.

Al convegno, infatti, erano presenti più di 1000 persone provenienti da tutto il continente, per un totale di 32 lingue dei segni e 24 lingue parlate rappresentate. Le logiche barriere comunicative sono state abbattute dal grandissimo lavoro di 145 interpreti, che hanno reso possibile questo spettacolo di inclusione e condivisione. Al termine del convegno la delegazione dell'ENS ha avuto poi modo di incontrare alcuni membri della European Union of Deaf (EUD), tra cui il vice presidente Humberto Insolera, e parlare ancora più approfonditamente della situazione attuale delle varie comunità sorde europee e delle rispettive lingue dei segni. Speriamo vivamente che questo evento storico rappresenti un ulteriore passo verso il riconoscimento della lingua dei segni italiana che aspettiamo da tanto tempo, trasformando così questi eventi eccezionali in normalità.