Sordità come patologia

Ente Nazionale Sordi ONLUS

La sordità è la riduzione più o meno grave dell’udito.  Si distinguono quattro gradi in relazione all’entità della perdita uditiva espressa in decibel (la classificazione è del Bureau International d’Audiophonologie);
- lieve con soglia tra 20 e 40 decibel
- media con soglia tra 40 e 70 decibel
- grave con soglia tra 70 e 90 decibel
- profonda con soglia uguale o superiore ai 90 decibel

All’interno della sordità profonda c’è ancora un’ulteriore suddivisione:
1° gruppo: sordità con curva pantonale che abbraccia tutte le frequenze tra i 125 e i 4000 Hertz all’intensità di 90 decibel;
2° gruppo: sordità con curva dai 125 ai 2000 Hertz all’intensità uguale o maggiore di 90 decibel;
3° gruppo: sordità con curva detta a virgola dai 125 ai 1000 Hertz ad intensità maggiore ai 90 decibel.

Nelle sordità gravi e profonde non c’è percezione del parlato, neppure se l’interlocutore si trova a 20/30 centimetri e parla a voce molto alta; in tali casi la protesizzazione viene fatta in modo precoce perché aiuta il bambino nel controllo dell’intonazione della voce e nell’apprendimento vocale, ma non rende migliore la ricezione del suono a livello di intensità.

In questi tipi di sordità Il bambino impara a parlare solo se viene sottoposto ad una terapia logopedica e quanto più l’educazione è stata precoce, tanto maggiori sono le possibilità di avere risultati accettabili, ma non bisogna mai dimenticare che spesso non si arriva ad una competenza linguistica completa.

Gli studi clinici, che riportano casi di bambini-lupo abbandonati a se stessi (i più celebri sono Il ragazzo selvaggio del film di Truffaut, descritto da Lane nel 1989, e il caso di Genie riportato dalla Curtiss nel 1977), indicano che dopo i 12 anni è molto difficile apprendere il linguaggio.

L’età cruciale per ottenere buoni risultati nell’apprendimento è tra 0 e 4 anni, quando il bambino udente acquisisce le strutture fondamentali della lingua a cui è esposto.